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Caprin, Giuseppe


Caprin, Giuseppe

1843

XIX

M

Nato a Trieste il 16 maggio del 1843 da una modesta famiglia, Giuseppe Caprin, dopo una prima formazione presso l’Accademia del Commercio, a soli quindici anni lavora presso la sede triestina dello stabilimento tipografico del Lloyd Austriaco nella sezione artistico–letteraria. Da autodidatta, Caprin sin dalla giovinezza si occupa della propria istruzione preferendo letture di poesia ed esercitazioni pittoriche. Intraprende la collaborazione a giornali triestini e, inseritosi nella cultura cittadina, fonda un proprio foglio «Il Pulcinella». Nel 1866 a Bari veste la divisa rossa garibaldina ma, ferito gravemente a Bezzecca, ritorna a Trieste dove è riassorbito dall’attività giornalistica. Nello stesso periodo si dedica all’attività di narratore progettando, sulla base delle proprie convinzioni politico-culturali, la realizzazione di una ‘Biblioteca popolare di lettura’ che però non ha seguito. La prima sua opera pubblicata nel 1870 è Una vittima, racconto su una creatura emarginata, dedicato al padre come atto di gratitudine e riconoscenza. Dopo sei anni pubblica Sfumature, una raccolta di novelle, e nel 1877 un altro racconto, A suon di campane. Tale attività propriamente letteraria che viene concepita dall’autore non fine a se stessa ma come mezzo per raggiungere quegli obiettivi sociali, culturali e politici che gli stanno a cuore, viene abbandonata per l’intenso impegno giornalistico. Dal 1871 è collaboratore del giornale «Il Progresso» di cui diviene direttore nel 1873 e nel 1878 collabora al quotidiano liberal-nazionale «L’Indipendente», assumendone la direzione fino al 1886. La grande attrazione che esercita la storia sull’autore triestino è testimoniata dai suoi studi relativi alla Rivoluzione Francese, oggetto di due conferenze successivamente date alle stampe: Movimento intellettuale in Francia prima e durante la Rivoluzione Francese (Trieste, 1878). Lavora anche ad un dramma storico di propaganda politica, Il regno di Luigi XVI, ma gli è vietato di rappresentarlo. Divenuto unico proprietario nel 1875 dello Stabilimento Artistico Tipografico, lo amplia notevolmente nel 1878. Dopo una lunga esperienza tipografica pubblica le sue opere più ragguardevoli in una ‘Collana della Venezia Giulia’: otto libri di storia patria che ne fanno emergere le qualità di storico e letterato, innamorato della propria terra nei suoi molteplici aspetti, da quelli naturali a quelli artistici. Riceve per due volte il premio municipale di storia patria ‘Domenico Rossetti’ dapprima nel 1892 per Tempi Andati e successivamente nel 1902 per il Trecento a Trieste. Muore a Trieste il 15 ottobre del 1904.



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