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Itinerario da Napoli a Lecce e nella provincia di Terra d'Otranto nell'anno 1818 / Giuseppe Ceva Grimaldi marchese di Pietracatella - Napoli : tipografia Porcelli, 1821, 260 p. ; in-8°


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Giuseppe Ceva Grimaldi, marchese di Pietracatella (Napoli 1777-Napoli 1862) fu politico, scrittore, archivista italiano, Primo Soprintendente generale degli Archivi e Primo Ministro del Regno delle Due Sicilie. Appartenente ad una famiglia dell’aristocrazia napoletana, sotto il regime napoleonico si tenne in disparte per tornare alla vita pubblica con la Restaurazione. Nel marzo del 1817 ebbe l’Intendenza di Basilicata ma nell’ottobre fu nominato con uguale incarico in Terra d’Otranto per sostituire Domenico Acclavio...Qui si scontrò con la questione delle sette ma anche col problema del brigantaggio, battaglia dalla quale uscì sconfitto. La situazione divenne tanto grave da rendere necessario l’intervento dell’esercito al comando del generale R. Church il quale propose l’arresto dei capi degli opposti partiti entrando in conflitto con il Ceva Grimaldi che si era schierato apertamente con i Calderari poiché temeva la diffusione della Carboneria. Il governo appoggiò il generale e il Ceva Grimaldi, rimasto in una posizione falsa, continuò con scarso successo ad occuparsi dell’amministrazione della provincia. Nel 1840 Ferdinando II lo volle come Primo Ministro. Nel 1846, da conservatore illuminato, presentò una serie di proposte tendenti a migliorare l’amministrazione dello Stato (riduzione del prezzo del sale, abolizione della tassa sul macinato, agevolazione della circolazione dei libri nel Regno connessa ad una limitata libertà di stampa e a tal proposito è da notare come i dazi relativi per esempio a un libro estero portato a Napoli e soggetto ad un altro dazio se lo si voleva portare in Sicilia, facevano ritenere i libri un oggetto di lusso, e dopo la tassa impostavi nel 1826, l’industria libraria napoletana quasi si annullò). Ricoprì l’incarico di Primo Ministro fino al 1848, quando il re concesse la Costituzione ed egli, fermamente contrario al regime costituzionale, rassegnò le dimissioni nelle mani del re e si ritirò a vita privata confortato dalla terza moglie ma continuando ad occuparsi dell’attività culturale quale presidente dell’Accademia Napoletana delle Scienze. Le sue opere risentono di una formazione improntata ad una cultura classica e ad un sincero interesse per le problematiche economico-sociali. In particolare nell’Itinerario da Napoli a Lecce pubblicato a Napoli nel 1821 sono frequenti i richiami mitologici, biblici ed evangelici utilizzati come esibizione culturale intrisa di erudizione storico-archeologica. Nella primavera del 1818 il marchese Ceva Grimaldi cominciò da Napoli il suo viaggio in Terra d’Otranto: un lungo viaggio che conduceva dai boschi al mare passando per gli enormi campi di grano del Tavoliere, attraversando la Terra di Bari e tutta la Terra d’Otranto per giungere a Leuca, considerata dagli antichi romani finibus terrae. Tre erano i momenti costitutivi dell’Itinerario: il tratto da Napoli a Brindisi con cenni storici e curiosità; il percorso da Brindisi a Lecce esplorando le caratteristiche storiche e ambientali delle località più rappresentative di tutta la Terra d’Otranto; lo stato socio-economico,infine, di tutta la penisola salentina. Era da Brindisi però che l’autore si muoveva con descrizioni più approfondite, laddove affermava: “Questo litorale gira per 260 miglia; è bagnato dall’Adriatico e dall‘Ionio; e forma secondo la volgare ma vera espressione il calcagno dello stivale d’Italia. Era custodito una volta da 78 torri contro alle scorrerie de’ Turchi…”. Nel contesto del viaggio, nelle varie cittadine venivano annotate le situazioni alberghiere, la presenza di teatri, la forma e il significato di un dolce tipico, di una bevanda,dei piaceri della tavola, per terminare questa specie di relazione con dovizie di particolari riguardanti l’agricoltura, l’artigianato soffermandosi per esempio sull’arte di conciare il cuoio a Grottaglie, Francavilla, Galatina, o sull’ottima qualità delle lane tarantine o della seta di Giuliano. Numerose erano le osservazioni circa la mancanza di opere di bonifica per scongiurare le malattie; di contro venivano messe in risalto la costruzione della strada che da Lecce conduceva a Taranto e l’illuminazione a Lecce con i fanali che passarono da 80 a 180 nel 1818, anno dell’operato del marchese in quel territorio. L’autore, infatti, pur non facendo cenno alla situazione politica e memore della personale esperienza fallimentare in Terra d’Otranto come Intendente, voleva prendersi una rivincita dimostrando che il suo lavoro non era stato inutile; rivelava inoltre un’indole moderna, dotata di uno spirito speculativo teso alla conoscenza della realtà, in modo da poter ,al momento opportuno, incidervi come nel caso del morso della tarantola, le cui conseguenze andavano ricercate nel campo igienico-sanitario e non in quello della superstizione, che, tuttavia, poteva servire ad alleviare le sofferenze della popolazione. La terza parte dell’Itinerario , che ne rappresentava poi il reale obiettivo, analizzava i fenomeni economici, naturali e sociali della provincia d’Otranto supportata dalle notizie desunte dalle tavole statistiche depositate presso il Ministero degli affari interni; il suo interesse, a partire dal 33° paragrafo, risultava notevole perché rilevanti erano gli argomenti trattati: l’agricoltura, le manifatture, il commercio, le fabbriche, le strade, le acque, gli usi e i costumi, la letteratura e i teatri, i piaceri della tavola, la tarantola e la pizzica, i campisanti, le opere e i lavori pubblici, la popolazione; inoltre metteva in evidenza le caratteristiche di curioso e serio studioso dell’autore rendendo l’opera importante per la conoscenza del territorio considerato e degna di lode per la vastità degli argomenti esaminati. (La nota è a cura della Dott. Filomena Attolico delle Biblioteca Nazionale di Bari)



Monografia





Tip. Porcelli

1821

XIX

260 p. ; in-8°



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