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La Puglia: impressioni di viaggio (1900) / Paul Schubring ; traduzione e introduzione di Giuseppe Petraglione - Trani : V. Vecchi, 1901 - VII, 47 p. ; 22 cm.


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Tra l'aprile e il maggio del 1900 Paolo Schubring pubblicò su una rivista tedesca (Frankfurter Zeitung) 4 articoli (su Bari, la Terra d'Otranto, Bitonto-Trani-Canosa, il Tavoliere) in cui raccoglieva le sue impressioni sulla terra pugliese che aveva visitato in cinque differenti viaggi con l'intento di far conoscere ai suoi connazionali un angolo d'Italia a loro quasi sconosciuto. L'anno successivo Giuseppe Petraglione tradusse dal tedesco questi articoli e li pubblicò in un unico fascicolo. Secondo il traduttore gli articoli del tedesco potrebbero essere considerati un ampliamento del libro del Gregorovius in quanto vi sono menzionati alcuni monumenti lì assenti, come la Chiesa di Santo Stefano in Soleto, e approfonditi altri di cui era stato fatto solo un fugace cenno, come la chiesa di Santa Caterina e la Cattedrale di Troia. (Nota di Alessandra De Paolis)

Paul Schubring, storico dell’arte, insegnò nelle Università di Berlino, Basilea e Hannover. Scrisse le sue impressioni di viaggio, pubblicate dapprima sulla Frankfurter Zeitung (22 e 25 aprile, 3 e 9 maggio 1900) dopo esser venuto per ben cinque volte in Puglia. Nell’avvertenza al lettore, p. III, dell’edizione italiana, dichiara di averle scritte non con l’intento di raccoglierle in un fascicolo ma “animato da un sincero affetto verso la Puglia” con il desiderio di “eccitare la curiosità per la terra di Federico II, dei connazionali che conoscono poco questa parte del “giardino di Dio”. Il merito della traduzione italiana va a Giuseppe Petraglione, della pubblicazione del 1901 al tipografo Valdemaro Vecchi, prestigioso intellettuale tipografo in Trani. Così Paul Schubring descrive la cattedrale di Otranto: “ Nella sua cattedrale Otranto possiede un prezioso documento dell’antico splendore della città e della chiesa greca. La cripta, sorretta da sessantotto colonne, una delle più grandi di Puglia, rimonta al decimo secolo, e la parte superiore della chiesa, a tre navate, con tetto piano, al dodicesimo circa. Negli anni 1163-1166 fu compiuto dal presbiter Pantaleone il pavimento a mosaico. Fondo bianco, figure di colori oscuri guarnite di stucco nero; il tutto disposto a guisa di albero gigantesco con semplici rami. Le rappresentazioni de’ mesi, la storia del Paradiso, Noè nell’arca, eroi pagani, come Alessandro e Pirro, tutto si trova descritto in questo colossale libro di marmo, spalancato da ottocento anni. Nessuna pagina vi manca!” (La nota è a cura della Dott. Maria Virno, della Biblioteca Nazionale di Bari)



Monografia





Tipografia Vecchi & C.

1901

XX

VII, 47 p. ; 22 cm.



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