|
L' altra mappa : esploratrici viaggiatrici geografe / Luisa Rossi ; presentazione di Margherita Hack - Reggio Emilia : Diabasis, [2005] - 351 p., [40] c. di tav. : ill. ; 23 cm. - recensione a cura di Sara De Giorgi.
Tipologia del documento
|
Monografia
|
Autore
|
|
Titolo
|
L' altra mappa : esploratrici viaggiatrici geografe / Luisa Rossi ; presentazione di Margherita Hack - Reggio Emilia : Diabasis, [2005] - 351 p., [40] c. di tav. : ill. ; 23 cm. - recensione a cura di Sara De Giorgi.
|
Pubblicazione
|
|
Data di pubblicazione
|
2005
|
Descrizione
|
|
Collezione
|
Passages ; 4
|
ISBN/ISNN
|
|
Argomento
|
descrizioni geografiche (geographical descriptions)
XVIII sec. (XVIIIth century)
esplorazioni scientifiche
|
Luogo di pubblicazione
|
Lingua di pubblicazione
|
Italiano
|
Biblioteca
|
|
Note
|
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Luisa Rossi nel suo
studio ridisegna
una mappa ‘alternativa’ del mondo, che evidenzia - nell’ambito della
geografia
e della cartografia - una partecipazione femminile assai più
ampia di quella ri-conosciuta.
La studiosa sottolinea quanto e come le donne siano rimaste escluse
(fino a
tempi recentissimi) dalle istituzioni geografiche. Con lo scopo di
ridurre il
peso di questa discriminazione, la Rossi presenta una galleria di
‘casi’ significativi
della partecipazione delle donne al viaggio, alla scoperta e alla
rappresentazione del mondo (sia in spazi esotici che vicini), che si
conclude
alle soglie del XIX secolo, con il primo ingresso di una geografa
nell’Università. </p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">La prefazione di
Margherita Hack
spiega come nello studio si intenda rappresentare la storia delle donne
che dal
XVI al XIX secolo si sono ribellate alla condizione che le emarginava
dalla
ricerca attiva, e che impediva loro di muoversi liberamente. La ricerca
documenta,
dunque, la vita di quelle poche donne che hanno lasciato traccia dei
loro
viaggi e ricostruisce la storia delle difficoltà che hanno
incontrato quando
hanno voluto dedicarsi ad attività ritenute ‘maschili’. La Rossi
stessa sottolinea come
il viaggiare, anche in luoghi lontani, sia stato per le donne l’unico
modo per
«fare geografia e produrre sapere geografico».</p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Il libro è
diviso in due sezioni
in base ad una cronologia generica. </p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Nella prima parte
vengono
riportate le storie di viaggi (non solo reali) di donne di varia
estrazione
sociale fra il Cinquecento e l’Ottocento, e la poco nota
attività cartografica
di alcune. Un personaggio su cui l’autrice si sofferma è quello
di Sybilla
Merian, disegnatrice d’eccezione e autrice di straordinarie tavole
entomologiche, una studiosa-pittrice i cui precisi interessi consentono
di dare
alla scienza un contributo fondamentale al sapere naturalistico,
geografico-umano
e antropologico. Mary Montagu è un secondo esempio di scienziata
‘per caso’: per
prima si accorge della pratica medica della vaccinazione antivaiolosa
effettuata
regolarmente nella società turca. La testimonianza del suo
viaggio in Turchia è
inoltre molto interessante per le descrizioni di Costantinopoli nel
primo
Settecento e per altre scoperte antropologico-culturali.</p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Nella seconda parte
dello studio,
l’autrice si concentra sull’Ottocento e tratta dei vari tentativi da
parte delle
donne di entrare in una società prevalentemente maschile, come
era quella dei
geografi. Rilevante è l’episodio segnalato dalla Rossi a
proposito della
richiesta di Alexander von Humboldt (membro fondatore dalla <i style="">Société
de Géographie</i> di Parigi) di non escludere le donne dallo
statuto della società: sei mesi dopo tale richiesta, sul
bollettino ufficiale
su cui sono riportati i verbali delle sedute, l’intervento di von Humboldt
sull’ammissione delle donne però non era stato registrato. Solo
nel 1852
l’inglese Luisa Kerr sarà la prima donna effettivamente accolta
tra i membri. </p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">La Rossi ricorda,
inoltre, donne
viaggiatrici ed esploratrici come Ida Pfeiffer, Léonie d’Aunet
(letterata),
Alexandra David-Néel (mistica), Dora d’Istria (studiosa), che
sognava un’Europa
senza frontiere. Sono presenti solo due nomi di cultrici della
geografia come
scienza: l’inglese Mary Sommerville, geografa e astronoma, e
l’americana Ellen
Semple, prima donna a ricoprire una cattedra di geografia. </p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Lo studio della Rossi
individua significativamente
nei risultati della pratica del viaggio il principale <i style="">corpus</i>
di documenti, attraverso i quali si esprime il sapere
geografico femminile. </p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Secondo la studiosa,
quando le
scienze furono definite e le donne iniziarono a inserirsi in molti
campi di ricerca,
quelle interessate alle questioni geografico-territoriali realizzarono
le
proprie inclinazioni nell’unica maniera in cui era per loro possibile
farlo:
attraverso il viaggio e attraverso la scrittura di viaggio. Le ricche e
documentate testimonianze presenti nel volume rientrano così a
pieno titolo
nell’ampio ed inesplorato ambito della letteratura di viaggio
femminile. In
particolare, il <i style="">Grand Tour</i> al
femminile rivela una mobilità inattesa e la presenza di
personalità di spicco:
questo fenomeno può così essere letto come una sorta di
preparazione al viaggio
femminile ottocentesco, quando la base sociale delle partecipanti si
allargherà
e cambieranno finalità e modalità del viaggio. </p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Dunque, assieme ai
nomi, ai
volti, ai viaggi, Luisa Rossi restituisce una geografia diversa, una
‘mappa al
femminile’ variegata e innovativa.</p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: right;" align="right"><span
style="font-variant: small-caps;">Sara De Giorgi</span></p>
|
|
|