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Lecce e Terra d'Otranto : De situ Iapygiae / Antonio Galateo De Ferrariis ; a cura di Vittorio Zacchino ; traduzione di Nicola Biffi ; versione inglese di Caterina Colomba ; versione tedesca di Anna Maria Pisanelli - [Roma] : EdiPan, [2004] - 164 p., [12] p. di tav. : ill. ; 24 cm.

Tipologia del documento Monografia
Autore Galateo De Ferrariis, Antonio
Titolo Lecce e Terra d'Otranto : De situ Iapygiae / Antonio Galateo De Ferrariis ; a cura di Vittorio Zacchino ; traduzione di Nicola Biffi ; versione inglese di Caterina Colomba ; versione tedesca di Anna Maria Pisanelli - [Roma] : EdiPan, [2004] - 164 p., [12] p. di tav. : ill. ; 24 cm.
Pubblicazione Edipan
Data di pubblicazione 2004
Descrizione 164 p., [12] p. di tav. : ill. ; 24 cm.
Collezione
ISBN/ISNN 8888156259
Argomento descrizioni geografiche (geographical descriptions)
Luogo di pubblicazione
Lingua di pubblicazione Italiano
Biblioteca De Ferrariis Antonio, Biblioteca Comunale di Galatone Aprile Giannino, Biblioteca Comunale di Calimera
Note <img width="300" height="87" src=" ./resolveUid/6b570e587a59414648b47bd737a656fb" alt="Logo Caripuglia" class="" /> <p> <p> Già nel sottotitolo del volume "La più antica guida del Salento" emerge chiara l'intenzione del curatore di paragonare il "De situ Iapygiae" del De Ferrariis ad una guida turistica ante litteram; di qui la scelta di pubblicare il testo cinquecentesco con due traduzioni a fronte (disposte su due distinte colonne affiancate), una in inglese e l'altra in tedesco. Al testo è premesso un "profilo dell'autore" e delle sue opere, sempre con doppia traduzione, ed un'introduzione dello Zacchino. La Regione Iapigia corrisponde al territorio delle tre province di Taranto, Brindisi e Lecce. Agli inizi del Cinquecento questa regione fu raccontata e descritta da parte di un grande umanista pugliese: Antonio De Ferraris Galateo che era nativo di Galatone. La relazione, titolata "De Situ Iapygiae", era stata richiesta all'autore dal conte di Cariati, Giovan Battista Spinelli, un potente politico dell'establishement del viceregno di Napoli, appena conquistato dagli Spagnoli, affinchè il nuovo sovrano Ferdinando il Cattolico potesse contare su un quadro di conoscenze indispensabili ad impostare una adeguata attività di governo sui nuovi domini. Il "De Situ" ha le caratteristiche di una lunga lettera, secondo uno schema molto caro all'autore (che di queste lettere ne scrisse numerose, su svariati argomenti letterari, a vari personaggi di spicco contemporanei).

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