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Antonii De Ferrariis Galatei De Situ Japygiae liber notis illustratus cura et studio Johannis Bernardini Tafuri Neritini (1558) / Antonio De Ferrariis - Lecce : Orontius Chiriatti, 1727 - 216 p. ; in-8°

Tipologia del documento Monografia
Autore Galateo De Ferrariis, Antonio
Titolo Antonii De Ferrariis Galatei De Situ Japygiae liber notis illustratus cura et studio Johannis Bernardini Tafuri Neritini (1558) / Antonio De Ferrariis - Lecce : Orontius Chiriatti, 1727 - 216 p. ; in-8°
Pubblicazione Orontius Chiriatti
Data di pubblicazione 1727
Descrizione 216 p. ; in-8°
Collezione
ISBN/ISNN
Argomento XVIII sec. (XVIIIth century) Puglia Terra di Bari
Luogo di pubblicazione
Lingua di pubblicazione Latino
Biblioteca Sagarriga Visconti Volpi, Biblioteca Nazionale di Bari La Magna Capitana, Biblioteca Provinciale
Note <img width="300" height="87" src=" ./resolveUid/6b570e587a59414648b47bd737a656fb" alt="Logo Caripuglia" class="" /> <p> <p> Le notizie riguardanti la prima stagione napoletana del Galateo sono piuttosto scarse e frammentarie; sappiamo appena che egli ebbe i primi approcci con gli ambienti culturali della Napoli aragonese negli anni Sessanta del ‘400, che fra il ‘70 e il ‘71 fece parte formalmente dell’Accademia Pontaniana, e che in questo stesso periodo ebbe rapporti di grande amicizia con l’umanista veneziano Ermolao Barbaro. Di questo studioso condivise pienamente il metodo di indagine, la diffidenza verso le sterili dispute dei filosofi d’oltralpe, e con lui sostenne la necessità di leggere i classici nel nudo testo, senza l’ausilio di apparati esegetici”. La più importante opera letteraria è il De situ Japigiae scritta tra il 1506 ed il 1511 ma che fu stampata la prima volta nel 1558 a Basilea a spese del marchese di Oria Giovan Bernardino Bonifacio. Ristampata a Napoli nel 1624 emendata da alcuni passi critici verso le gerarchie della chiesa cattolica. Seguirono altre svariate edizioni e traduzioni nelle varie lingue, la più recente a luglio del 2004 a cura di Vittorio Zacchino con traduzione in inglese e tedesco. (La nota è a cura della Biblioteca Nazionale di Bari)

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