Ruvo di Puglia
La storia
Il nome Ruvo si ritiene provenga dall’esistenza nel territorio di molti vimini e rovi, in latino rubus, mentre il nome greco era Pύψ. Fondata da popolazioni peucetiche nell'VIII-VII secolo a.C., grazie alla sua posizione strategica, nel III secolo a.C. la città di Ruvo intrattenne scambi commerciali e culturali con la Magna Grecia, l'Etruria e la Grecia. |
La città Ruvo di Puglia, immersa nell’altopiano delle Murge, è posta all’apice di una collina che controlla un vasto e fertile territorio nella terra di Bari. L'economia della zona è basata sull'agricoltura; la viticoltura copre un posto di rilievo. |
Ruvo è oggi, tra le città del nord barese, uno dei centri più ricchi di fascino grazie al suo notevole patrimonio storico ed artistico, fra questi i monumenti simbolo della città sono la Cattedrale in stile romanico-pugliese e il palazzo Jatta in cui sorge il famoso museo Jatta con le sue testimonianze sull'arte della ceramica.
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Il paesaggio è costellato di edifici di differenti tipologie: dalle modestissime casedde ai grandi casali con annessi opifici e casa padronale, tra i quali è il caso di citare le ben note Villa Fenicia e Villa Spada, oggi utilizzate anche a scopo ricettivo.
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Eventi, tradizioni e cultura Di grande interesse sono gli eventi religiosi che avvengono a Ruvo e che rivelano una molto sentita religiosità degli stessi ruvesi e dei turisti che, in massa, partecipano alle iniziative. Soprattutto la settimana che precede la Santa Pasqua vede la città impegnata, a partire dal Giovedì Santo, con la Processione degli Otto Santi, resa suggestiva dallo svolgimento notturno: la Processione, infatti, muove dalla Chiesa di San Rocco dalle ore 2.00 alle ore 9.00. Il venerdì avviene la Processione della Desolata, che parte dalla Chiesa di San Domenico e si svolge nelle ore pomeridiane. Il sabato si svolge la Processione della Pietà, quando la Confraternita di Santa Maria del Suffragio porta in processione il gruppo statuario costituito dalla Madonna recante sulle ginocchia il Cristo morto. La Domenica, infine, durante il percorso del Gesù Risorto, in segno propiziatorio, viene fatta esplodere la "Quarandone", un fantoccio con le sembianze di una vecchia signora vestita di nero. La sua esplosione rappresenta la vittoria della vita sulla morte, delle gioie sugli stenti e i sacrifici, della primavera sul freddo inverno. |